domenica 4 dicembre 2011

Top 5 Novembre 2011

Eccoci qui! Il primo "vero" post.
Il blog l'ho creato principalmente per questo, per postare classifiche (io adoro le classifiche!) delle mie letture, direi su scadenza mensile. Ho intenzione, se proseguirò in questo progetto, di definire ogni mese una "top 5" dei libri letti durante il periodo (si considerano quelli iniziati in quello precedente, non quelli finiti nel successivo).

Si noti che la classifica non comprende un giudizio approfondito sull'opera, che trovate semmai linkato "addosso" al titolo del libro (le recensioni, insomma, le scrivo già su Anobii); provo piuttosto a dare delle motivazioni sul perchè l'ho inserito in quella specifica posizione.

Meno chiacchere: il mese di Novembre è stato decisamente fruttuoso a livello di letture, ma a brillare sul mio comodino sono stati soprattutto i classici. Se è stato piuttosto facile definir le prime 3 posizioni, una discreta lotta è impazzata per i posti di fondo, dai quali ho dovuto escludere - ahimè!, almeno per Novembre - un certo signore nato a Stratford-Upon-Avon.


[cliccare i titoli per recensioni approfondite]

Una rara musicalità -che sfrutta la lingua inglese al massimo del suo potenziale- e una scorrevolezza affatto intaccata dai secoli rendono questo piccolo gioiello narrativo, multisfaccettato e godibilissimo, un classico senza tempo.

Ogni bambino dovrebbe leggere questo libro. Ahimè a me non è successo, ma non è mai troppo tardi per rimediare. Prospettiva narrativa originalissima e personaggi (umani e non) azzeccatissimi i suoi punti di forza.

Affresco meraviglioso, a tratti incredibilmente toccante e a tratti davvero brutale, d'una comunità rurale americana d'inizio secolo. Realista al punto giusto; meravigliosa opera a metà strada tra raccolta di racconti e romanzo.

Splendida e complessa storia d'amore sottesa a una gigantesca, forse anche troppo, riflessione su alchimia e pseudoscienza. La sua sostanziale genialità e la sua intensità emotiva (non eccessivamente piagniucolosa) compensano una parte centrale davvero troppo prolissa.

E come potrebbe essere altrimenti? Underworld è semplicemente un libro troppo complesso, troppo completo, troppo ben orchestrato e troppo maestoso per meritarsi di meno. Perchè se è vero che il grigiore che lo avvolge, il suo realismo estremo e le dimensioni non indifferenti ne rendono la lettura decisamente pesante, non ci si può non levare il cappello di fronte a quello che, nel bene o nel male, è probabilmente uno dei migliori libri del suo secolo.

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