Divertentissimo, brillante e anche alquanto profondo romanzo di fantascienza apocalittica connotato da un humor a tratti nero, a tratti più soft, ma sempre esilarante. Un pò ridondante nella sua parte centrale, recupera appieno in una conclusione non tanto spettacolare - quanto assolutamente toccante, e merita una citazione anche soltanto per l'incredibile e palese impatto che - al pari d'altre opere dell'autore - ha avuto sulla successiva immaginazione fantascientifica (e non).
Meraviglioso dramma in prosa, estremamente contenuto in tutto tranne che negli obiettivi, nel suo genere The Moon is Down è secondo solo a Of Mice and Men (e scusate se è poco) e presenta ciò che ben pochi libri con la sua ambientazione sanno avere.
Tedeschi cattivi e comunque plausibili.
Se Falling Man m'aveva un pò perplesso, se Cosmopolis mi aveva affascinato, se Underworld m'aveva travolto in tutti i sensi possibili, con White Noise posso effettivamente dire d'esser entrato in nell'orbita di DeLillo; Rumore Bianco è infatti un romanzo introspettivo, originale, asfissiante ma al contempo sempre piacevole e, nel complesso, un meraviglioso esempio di prosa psicologica. E' stato il primo libro letto quest'anno e solo l'eccezionale livello dei suoi concorrenti gli preclude posizioni più elevate.
White Noise è un capolavoro di prosa psicologica; questo è qualcosa di superiore. Forse per la sostanziale verità di buona parte di quanto detto, forse per uno stile che sarei ipocrita a non definir "perfetto", The Catcher è probabilmente il romanzo in prima persona più onesto, crudo (ma non per forza brutale) e sincero che io abbia mai letto; ed è comunque, splendidamente, un libro che si dimostra, sotto una crosta di indifferenza e spacconeria, incredibilmente bello e toccante.
Miglior protagonista di sempre? Forse sì.